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Note geologiche e idrogeologiche del Maschio dell'Artemisio

di Carmine Allocca e Carolina Fortunato

Carta geologica : Carta geologica d'Italia alla scala 1:100.000 Foglio 150 Roma (http://www.apat.gov.it/Media/carta_geologica_italia/tavoletta.asp?foglio=150)

Il Maschio dell'Artemisio appartiene al distretto vulcanico dei Colli Albani, che fanno parte della “provincia magmatica romana” estesa dalla Toscana Meridionale fino al Golfo di Napoli. Essa comprende alcuni distretti ancora attivi come il vulcanismo areale dei Campi Flegrei o quello centrale del Somma-Vesuvio. Per Capire la geologia del M. Artemisio bisogna analizzare l'evoluzione, polifasica, dei Colli Albani.

Inquadramento Geografico/Geologico

Il vulcano Laziale à il più meridionale dei distretti vulcanici a struttura centrale occupa una posizione significativa nell’ambito della catena Appenninica; sorge a sud delle unità MESO-CENOZOICHE alloctone dei monti della Tolfa, a settentrione della piattaforma carbonatica MESOZOICA dei monti Lepini, ed in prossimità delle successioni MESO-CENOZOICHE dei monti Prenestini e Tiburtini. Il vulcano si à sviluppato al di sopra di un substrato sedimentario costituito da unità delle successioni pelalgiche MESOZOICHE, con testimonianza di una di una transizione esterna nelle parti più meridionali. I complessi NEOGENICI e post-orogenici (sequenze arenacee e pelitiche) sono presenti con spessori maggiori nelle zone più depresse del basamento mentre hanno spessore minore o ridotto nel MIOCENE. IL vulcano laziale inizia la sua attività, con molta probabilità, contemporaneamente agli altri distretti alcalino-potassici. La prima data che à disponibile dalla radiometria à di 530.000 anni che corrispondono al primo ciclo del Tuscolano-Artemisio. Il complesso dei Colli Albani à caratterizzato da un importante edificio centrale. L’attività di questo apparato vulcanico ha tre fasi principali:

  1. Risale a circa 600.000 – 360.000 con la messa in posto di 36 km3 di prodotti e distribuite in almeno 4 colate piroclastiche, questi prodotti si estendono regolarmente intorno all’edificio centrale, fino a raggiungere la periferia romana. Questa prima fase ha avuto termine con il collasso sommitale della caldera. Prende il nome di Fase del Tuscolano-Artemisio (la parte sommitale della caldera collassa secondo fratture controllate dalla tettonica regionale).
  2. Questa fu simile alla precedente, l’attività si concentra di nuovo nell’area centrale dove un secondo edificio più piccolo si à sviluppato all’interno dei quello già esistente. Durante questa fase venne eruttata la più importante colata lavica che à quella di Capo di Bove ancora visibile lungo l’Appia. Questa prende il nome di: fase di Annibale o delle Faete.
  3. Viene detta idromagmatica finale caratterizzata da una violenta attività idromagmatica e da molti crateri eccentrici, localizzati nel settore SW del complesso vulcanico. Attualmente il più grande di questi crateri contiene il lago di Albano e di Nemi. Gli ultimi prodotti eruttati dal cratere hanno un’età di 20.000 anni. Il drenaggio delle reti dei Colli Albani à caratterizzato da acque incanalate che formano delle reti di drenaggio e cambiano in densità ed in tipo (reticoli centripeti, centrifughi, anulari e paralleli), secondo differenti fattori.

 

Quali formazioni ci aspettiamo di attraversare (dall'analisi delle carte geologiche):

  1. Sc Scorie saldate senza stratificazione, in ammassi e tumuli; lapilli più o meno stratificati nella parte inferiore dei coni.
  2. ß1 lave di Vallerano e Selcetta; leucititi nefeliniche grigie, a grana fine con rari fenocristalli di leucite e pirosseno
  3. Se Scorie e lapilli giallastri sciolti, talora agglomerati scoriette e lapilli stratificati.

 

ß1 sarà la prima formazione ad essere incontrata partendo dalla vetta M. dell'Artemisio, lo stesso vale per quella di M. Leschio e maschio d'Ariano. Per poi proseguire il resto dell'escursione sulla formazione Sc che sovrasta Se.

Legenda della Carta geologica d'Italia alla scala 1:100.000 Foglio 150 Roma

Bibliografia: